Forse per la sua povertà di ricchezze nel sottosuolo, per cui è sempre stato considerato un paese dove i businessmen europei non avevano mire espansionistiche; forse perchè, grazie a Thomas Sankarà, il presidente più amato, e poi ucciso, il Burkina era considerato il paese degli uomini integri e, quindi, difficilmente corruttibile; forse perchè…
Non vogliamo elencare ulteriori motivazioni sul perchè il Burkina Faso sia un paese dimenticato, ma certo è che questo splendido paese di terra rossa (le pays des hommes intègres) è da mesi salito alla ribalta della cronaca per una serie di attentati efferati da parte dei jihadisti del nord, al confine col Mali da cui provengono.
Ma cosa ha portato i jihadisti a prendere piede in un paese tranquillo, fatto di povertà e di rispetto interreligioso, di fedi diverse e di libertà di espressione, fatto di economia quasi autarchica e di accoglienza affettuosa per tutti?
Forse proprio tutti questi motivi ora elencati.
Il Burkina è un paese meraviglioso e non merita di essere di nuovo abbandonato. Sarebbe una forma di riscatto per un Occidente opulento e menefreghista prendersi cura, finalmente, di un piccolo paese come questo. Un paese che potrebbe, grazie alla sua forza interiore e al suo amore per la libertà, diventare un esempio di rettitudine per molti altri paesi africani e non.
Intermed lavora da trent’anni in Burkina Faso, Costa d’Avorio, Benin e Togo, tutti paesi dell’area subsahariana che utilizza il franco CEFA, di cui tanto si parla, condannandone l’ingerenza francese, la libera trasferta e molte altre sfaccettature di cui si occupano illustri economisti esperti in economia del sud del mondo.
Ma per noi che ci viviamo e lavoriamo da tempo, il problema non ha una matrice tanto economica, quanto umana.
Le persone che popolano il Burkina, circa 14 milioni, hanno una forte coscienza sanitaria e sociale, si informano di quanto accade in Italia e nel resto d’Europa, non si spiegano perchè alcuni genitori privino i loro figli della possibilità di essere vaccinati, si chiedono perchè abbiamo un così alto tasso di consumo di antidepressivi.
Io rispondo, di solito, che l’Europa si è dimenticata delle sue origini, delle sue lotte per l’indipendenza e per la libertà, del suo illuminismo, dei suoi eminenti letterati, artisti, scienziati.
E, ridendo, poco tempo fa, una mia paziente molto anziana del villaggio di Naftenga mi ha detto, a proposito delle dimenticanze dell’Europa: “Il faut rappeler d’utiliser la memoire”, bisogna ricordarle di fare uso della memoria.
Questo mi dispiace, temo il pericolo che, in futuro, anche del Burkina si possa dire: ”Non è un paese per vecchi”.
Vecchi saggi come la mia paziente.
Vecchi “hommes intègres”.

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